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    ลำดับตอนที่ #3 : Hera x Terumi Italain?

    • อัปเดตล่าสุด 31 ม.ค. 56




    Autore: Ice Reflections [Niki]

    Titolo: Why...?

    Fandom: Inazuma Eleven

    Genere: Angst o Malinonico che sia, Sentimentale.
    Avvertimenti: Shonen-ai,
    Pairing: Hera Tadashi x Afuro “Aphrodi” Terumi (HerAfu)

    Note: probablità di OOC 110% ma lascio a voi i giudizi ù-ù
    Per quelle due miteH di Aki e Fay, la prima perché voleva una HerAfu, la seconda perché ama le HerAfu. ùwù Ma andiamo con ordine:

    Ad Aki: Ti avevo promesso la dedica ed eccotela qui: sei una ragazza fuori dal comune, non so come tu faccia a sopportarmi e a leggere quelle “cose” che faccio passare come Fanfic, comunque grazie. Grazie di essere entrata nella mia vita. Ti voglio bene.

    A Fay: perché solo Terumi sa quanto ti adoro, è stupenderrimo (?) parlare con te, leggere le tue storie e recensirle (di rado perché io sono una deficiente -w-), grazie per esserci e per non avermi ancora mandata al diavolo come invece meriterei. Ti voglio bene.

    Desclaimer: Tutti i personaggi di questa storia non esistono/non sono esistiti realmente, come d’altronde i fatti in essa narrati. Inoltre questi personaggi non mi appartengono (purtroppo...), ma sono proprietà dei relativi autori; questa storia è stata scritta senza alcuno scopo di lucro ma solo per puro divertimento.

    Attenzione!: Chiunque plagerà e/o prenderà indebitamente ispirazione da questa fanfiction sarà perseguito a termini di legge.

    -Afuro?-

    -Sì Hera?-

    -Non abbandonarci-

    -...Mi dispiace-

    Why...?

    Pioveva, anzi diluviava a Okinawa, e lui era immobile alla fermata dell'autobus che lo avrebbe riportato a casa, coperto a malapena dal piccolo ombrello celeste.

    Così com'era impossibile ignorare quelle gocce d'acqua gelate che cadevano dal cielo in quel pomeriggio di fine ottobre, era impossibile per Hera ignorare ciò che provava per quel ragazzo.

    Il suo ex-capitano, quel dio che aveva terrorizzato intere squadre al Football Frontear, quel ragazzo che aveva scelto di sua spontanea volontà di abbandonare lui e la Zeus senza voltarsi indietro per ricominciare a volare, colui che aveva deciso di tornarsene in Corea, che aveva promesso che sarebbe tornato, che li aveva illusi tutti, che aveva giurato di non dimenticarsi di loro, che aveva mentito.

    Un dio non dovrebbe essere una sicurezza per coloro che lo venerano? Un qualcosa di grande e magnifico che incute timore e allo stesso tempo colui a cui ci si affida?

    Sì, dovrebbe essere così.

    In quel caso Afuro Terumi aveva smesso di essere un dio molto, moltissimo, tempo prima.

    Gli dei non mentono, semplicemente fanno i vaghi e lasciano a chi sa ascoltare le loro parole la libera interpretazione.

    -Tornerò-

    Quella era una promessa, una certezza, un giuramento.

    Non c'era una libera interpretazione di quel unico verbo.

    Lui non era tornato. Erano passati due anni.

    Gli mancava; e gli mancava tanto, troppo per illudersi che fosse amicizia ormai.

    Aveva mentito. Lui, il grande Aphrodi aveva mentito a lui.

    A lui e agli altri certo, ma aveva avuto il coraggio di fissarlo negli occhi mentre proferiva quella bugia, come a volerlo rassicurare, come a volergli dire di attendere il suo ritorno.

    Quel ritorno che non c'era mai stato.

    -Afrodite aveva fatto il doppio gioco, come sempre d'altronde. Non le bastavano Efesto, Ares e Zeus, no. Lei voleva di più, voleva anche Apollo.

    Tradire era la specialità della dea, voltava le spalle ai suoi amanti che fossero platonici o meno e se ne andava.

    Ma Era stava perdendo la pazienza.

    Non sopportava più il suo modo di fare.-

    Ricordava perfettamente la storia che Demete aveva raccontato loro una delle sere successive alla loro sconfitta contro la Riamon; una storia inventata di sana pianta per giunta, in cui Era se ne fregava bellamente che Afrodite fosse la moglie del figlio e sua nuora quindi, amante del altro figlio e presunta amica intima del marito e affrontava colei che era il simbolo dell'amore e della bellezza per porre fine a tutti quei cuori spezzati.

    La dea del matrimonio non poteva permettere tutto quello, no?

    Eppure la storia finiva male in un certo senso... Era si innamorava di Afrodite, soffriva delle costanti attenzioni che la dea della bellezza riversava su sé stessa e delle continue scappatelle della bellissima dea bionda, eppure la regina degli dei era l'unica in grado di amarla e di tenerla al suo fianco.

    Una malsana e folle storia inventata da Demete che aveva iniziato a leggere hentai e manga yuri.

    Puro delirio.

    Eppure sia lui che Afuro ne erano rimasti scossi, anche se lui a differenza del biondo non aveva dimostrato di esserlo davanti agli altri.

    -Hera?-

    -Sì?-

    -Pensi che io tradirei mai qualcuno?-

    -No, non penso tu ne sia capace-

    -Ma Afrodite lo fa!-

    -Tu non sei la dea dell'amore, principalmente perché sei un ragazzo, in secondo luogo sei una brava persona e non tradiresti mai nessuno-

    -Non tradirò te, degli altri non mi importa-

    E gli aveva mentito anche quella volta: lo aveva tradito nell'esatto istante in cui se n'era andato.

    Eppure, proprio come la dea da cui prendeva il nome, Hera amava il volubile Afuro.

    Non poteva più ignorare ciò che provava.

    E fuori il cielo piangeva, reclamando come lui quel ragazzo dai capelli color grano che avrebbe abbagliato, esattamente come il sole, chiunque gli fosse attorno.

    Pioveva, faceva freddo e lui stava tornando a casa in autobus.

    Finalmente, dopo tredici minuti di ritardo era arrivato quel veicolo pieno zeppo di anziani che si lamentavano della loro ernia o dei loro figli.

    Per non parlare dell'arzilla, fin troppo arzilla a dire il vero, vecchietta seduta al suo fianco che si era convinta che lui fosse una ragazza.

    Se lo credeva così fermamente perché negarle una delle sue certezze? Sarebbe stato troppo faticoso, poi, instaurare un dibattito con la donna nel difendere la sua virilità.

    Finalmente dopo varie domande inopportune da parte della cieca nonnina, l'autobus arrivò alla sua fermata e Hera poté liberarsi di quella molesta presenza.

    La fermata era esattamente davanti casa sua quindi nemmeno un minuto dopo era entrato.

    Probabilmente se non fosse stato tanto preso dallo scacciare i ricordi che avevano affollato la sua mente nemmeno mezz'ora prima, e che prepotentemente voleva ritornare a fargli visita. si sarebbe accorto che vicino alla porta c'erano un paio di scarpe che non avrebbero dovuto esserci.

    Scarpe disgustosamente nuove, lucide e sicuramente costosissime.

    Rimase il fatto che il nostro prode castano non si rese conto dell'estranea presenza, né sospettò nulla finché non trovò davanti a sé un giovane a dir poco sublime.

    Sublime e divino.

    -Tadashi-

    -Che ci fai qui? Non sei troppo impegnato a giocare a calcio in Corea con quei due che ti seguono ovunque?- il tono che il castano utilizzò fu volutamente neutro. Dentro di sé però Hera stava maledicendo quel ragazzo dai capelli dorati e dagli occhi più rossi del sangue.

    -Sono tornato-

    -È tardi. È tardi ormai. Avresti dovuto ritornare due anni fa, quando la Inazuma ha piegato in due i Fire Dragon. Avresti dovuto farlo, avevi promesso che lo avresti fatto. Terumi adesso è tar...- ma non poté mostrare a lungo quell'indifferenza che eroicamente ostentava, non se quello stesso ragazzo che amava lo aveva afferrato on forza e lo aveva sbattuto alla parete alle sue spalle.

    Non pensava assolutamente a nulla, Hera Tadashi, anni sedici, capelli castani e occhi viola, quando sentì la lingua del suo capitano carezzargli le labbra in una lenta ma sensuale tortura.

    Non pensava a nulla quando dischiuse la labbra quel tanto che bastava per permettergli di conquistare la sua bocca.

    E mentre le loro lingue si intrecciavano fu come se il biondo non fosse mai partito, come se non avesse mai mentito, come se quel bacio fosse l'ennesimo, anziché il primo, tra i due calciatori.

    Quel contatto umido era un duello, un duello continuo per sottomettere l'altro e costringerlo alla resa; e mentre le lingue lottavano in quel singolare ma piacevole modo, le mani di Hera si erano artigliate ai capelli di Terumi e tiravano quei lisci filo d'oro senza curarsi del fastidio e della rabbia che avrebbe potuto scatenare.

    La mano di Terumi d'altro canto aveva intrapreso un percorso decisamente azzardato: infatti dopo aver sollevato con stizza il maglione leggermente bagnato che indossava Tadashi, aveva iniziato ad accarezzare languidamente il petto del ragazzo premuto tra il muro e il suo corpo.

    Non era granché romantico... Vi erano solo tanta passione e un desiderio nascosto nei meandri di due menti affini.

    E poi, non seppero spiegarselo neppure loro come, finirono sul divano di Hera, mezzi svestiti e l'uno sopra l'altro.

    -Afuro- ansimò Hera una volta che il biondo smise leccare il suo petto.

    -Mmh?-

    -Osa mollarmi ancora qui e sei morto-

    -Calavano le tenebre, due divinità unirono le loro bocche e i loro corpi.

    Afrodite ritornò dalla sua amata Era.

    E quella volta sarebbe stato per sempre.-

    Note Autrice

    Non mi ammazzate! [cit. Sid in “L'Era Glaciale”]

    Ok, ok faccio la seria.

    So che è da un po' che non mi vedete e mi scuso con voi per questo, ma sappiate che io sto lavorando duramente per dare il massimo: perché voi che mi seguite sia in silenzio che non, voi che mi recensite o non lo fare vi meritate il massimo.

    Che poi la fic faccia schifo o meno lo lascio decidere a voi.

    La HerAfu è una coppia molto bella e mi andava di scrivere su questi due, poi dovevo dedicare qualcosa a Fay e Aki! Coff! *AnchesepreferiscolaAtsuAfu* Coff!

    Bene ho concluso.

    Un bacio,

    Niki

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    ​เ​เ๹่ถึ๫อย่า๫นั้น...​เรา๥็ทำ​มัน​ไ๸้ -w- // นั่๫ฟิน๥ับ๨ู่นี้
    Credit  : http://www.efpfanfic.net/viewstory.php?sid=1222973

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